«Abbiamo scelto di chiudere la stagione espositiva 2022 – aggiunge Laura Scalvenzi, Vice Sindaco e Assessore del Comune di Montechiarugolo – con una mostra dedicata ad un grande artista intimamente legato al nostro territorio, nel quale aveva scelto di vivere con i suoi affetti. Un nostro omaggio a Massimiliano Galliani che è un omaggio alla sua ricerca, storia e visione artistica, ed è anche un omaggio da e per Montechiarugolo stessa, che ha il privilegio di ritrovare e ricordare, in questo modo, il legame, reciso anzitempo, con l’artista».
Il percorso espositivo comprende circa venticinque opere per illustrare i diversi ambiti della ricerca di Massimiliano Galliani: dall’implicazione nella videoarte, testimoniata da alcune videoinstallazioni e dal significativo documentario “Il Racconto di Luigi Ontani” (sezione della mostra “Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi”, Grizzana Morandi, Bologna, 2015), alle sperimentazioni pittoriche del ciclo “LSDT – Le Strade Del Tempo”, legate alle crettature che circondano gli occhi de “La Gioconda”. Da “Riflesso su tela”, ovvero la riproduzione ad olio dell’immagine riflessa di un soggetto che si pone di fronte ad una tela nera lucida, a la serie dei “Fiumi”, in cui l’acqua, metafora di vita, scorre nella foglia d’oro. E infine, i memorabili disegni di Massimiliano Galliani, eseguiti tramite il linguaggio nevralgico della sua poetica, metafora, di volta in volta angosciata o giocosa, del proprio mondo interiore e della propria tensione verso il visibile e l’invisibile.
È inoltre presente in mostra un gioiello prezioso – il “Pipistrello galattico” – disegnato da un Massimiliano poco più che diciassettenne, amante dei travestimenti e dei supereroi, per la madre Laura, apprezzata designer di gioielli, che lo ha realizzato in oro, turchesi, rubini e lapislazzuli.
Scrive la curatrice della mostra Eleonora Frattarolo: «Fino al 2020, anno in cui il suo corpo e la sua anima varcano la soglia dell’altra dimensione, disegna un diaframma squarciato, ciò che in Fisica si definisce un “presente esteso”, una “zona intermedia” fra il passato e il futuro, una struttura dello spaziotempo, da cui con angoscia fuoriesce il suo volto, e animali, fiori, frammenti di Natura, per mezzo di un tratto magistrale disvelati con singolare leggerezza. Credo che Galliani dia forma a ciò che il neuropsichiatra Gianni Borgna definisce “la consapevolezza che la sofferenza è in ogni caso la via di una trasformazione, l’accesso a un nuovo percorso”, una “iniziazione a un processo interiore, e non solo come vita avvilita”. Ma certo così agendo afferma il suo talento, la sua unicità, il suo carattere, la sua vocazione e il suo daimon».